10 ott, 2023

Prove di emancipazione ad Adjumani

Ventiquattro anni fa è arrivata in Uganda dal Sudan in guerra, oggi si sente così inclusa nel tessuto sociale ugandese che non se andrebbe neppure in caso di pace. Per Jesca, che vive ad Adjumani (dove Africa Mission ha un progetto ad hoc di accoglienza e formazione dei rifugiati), gli ostacoli non sono mai stati pochi: costretta a lasciare gli studi da bambina, si è sposata giovane ma ben presto si è separata dal marito. Nel frattempo è diventata mamma di due bambini. Con poche speranze e un solo obiettivo, quello di permettere ai suoi figli di avere le opportunità che a lei sono state negate, Jesca si è candidata al programma di educazione non formale promosso da C&S e JRS con i fondi di AICS e che, a seguito del corso in cucina e pasticceria, le ha dato modo di avviare immediatamente la sua piccola attività con tanta buona volontà e un po' di fantasia. Nonostante non avesse il forno, la ragazza ha incominciato usando una pentola rovesciata con sopra del carbone. Il progetto è poi riuscito a fornirle anche un forno e gli affari adesso vanno a gonfie vele: Jesca vende biscotti, ciambelle e i tradizionali "manzadi", informa e sforna dalle 2 alle 3 volte al giorno, attirando clienti sia dalla comunità rifugiata sia dai limitrofi villaggi ugandesi. La donna racconta che, grazie a questa nuova fonte di reddito, ha potuto comprare capre e galline e pagare le tasse scolastiche dei figli: il suo sogno è comprare un pezzo di terra da lasciar loro in eredità. Oggi non si limita a condurre la sua attività, ma insegna il mestiere ad altre donne che ne abbiano bisogno. Ne sono un esempio Hannet, che sola con due figli ha voluto imparare la professione per riuscire a garantir loro maggiori opportunità, e Perry che, dopo essersi trasferita dal Kenya all'Uganda per sposare un uomo rifugiato, ha deciso di emanciparsi lavorando per portare anche il suo contributo economico in famiglia.